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Perché la fertilità ancora non va?

Per un allevatore è frustrante non vedere vacche in calore da fecondare, trovare molte bovine vuote alla diagnosi di gravidanza, sentirsi dire dal veterinario che sono piene di cisti e accorgersi che la prima causa di eliminazione di animali è per infertilità. Tutto questo è frustrante ma anche antieconomico perché, solo se i giorni medi lattazione sono bassi, si ha la massima produzione di latte e questo parametro è influenzato dalla frequenza dei parti. La nutrizione ha sulla fertilità un ruolo molto importante, anche se non è l’unico fattore… 

Ecco qualche consiglio da Alltech:

  1. Occhio al periparto: il periparto (transizione) è il periodo più critico durante la carriera produttiva e riproduttiva della bovina da latte caratterizzato da un bilancio energetico negativo associato ad immunodepressione. Ad una riduzione dell’attività antiossidante a livello cellulare, si abbina un aumento dello stress ossidativo, a causa dell’incremento dell’attività metabolica in relazione al parto, alla diminuzione dell’ingestione e ad una maggior richiesta di minerali e vitamine necessarie alla secrezione di colostro e di latte. La nutrizione gioca quindi un ruolo molto importante nella gestione di questa fase.
  2. Non risparmiare sull’integrazione vitaminico-minerale: rappresenta una voce di costo rilevante nel razionamento della bovina e ha un impatto sensibile sulla produttività e fertilità delle bovine. Allo stesso modo, risulta difficile da gestire con precisione e con cognizione di causa.
  3. Spazza via i radicali liberi: Alcune molecole hanno spiccata attività antiossidante, tra queste si annoverano enzimi quali superossido dismutasi (zinco dipendente), glutatione perossidasi e catalasi (selenio dipendente) e glutatione reduttasi, vitamine (vitamina E, vitamina A e vitamina C) ed elementi minerali (selenio, rame, zinco).
  4. Prediligi i minerali chelati: l’assorbimento (biodisponibilità) degli oligoelementi può essere condizionato da molti fattori legati quali pH intestinale, interazioni/antagonismo tra i minerali. Se somministrati sottoforma organica (chelati) sono maggiormente biodisponibili e quindi assorbibili e più efficaci.
  5. Inseminare al momento giusto: Se l’allevamento è dotato di un buon sistema di rilevazione dei calori, come ad esempio i sensori d’attività, se la stalla è costruita in modo che le bovine possano esibire un buon comportamento estrale e se la fecondazione viene effettuata al tempo giusto, la probabilità che avvenga una gravidanza è molto elevata. Verificare quando le bovine vengono effettivamente inseminate. Anticipare la prima fecondazione, o su calore naturale o indotto, prima dei 70 gg dà in genere poche gravidanze, aumenta il rischio d’infezioni uterine, fa consumare molte dosi di seme e, nel caso s’instaurasse una gravidanza, provocherebbe un drastico ”taglio” del picco di lattazione.

 

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