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Gestione e alimentazione nei bovini da ingrasso: quando la matematica fallisce

Gestione e alimentazione nei bovini da ingrasso

  1. INTRODUZIONE

Qual è la densità ottimale per ottenere una crescita produttiva? Quanti centimetri di abbeveratoio sono necessari per ogni animale? Ogni quanto è necessario pulire il recinto? Perché la stessa formula di mangime non funziona allo stesso modo in due allevamenti? Tutte queste domande sono relazionate all’efficienza produttiva dei vitelli e sono di vitale importanza per mantenere livelli di produttività adeguati alle nostre strutture.

Nel seguente articolo cercheremo di dare una risposta a queste domande e spiegare il perché di queste differenze, di modo che di fronte a qualunque dubbio possiamo applicare il buonsenso nella ricerca di soluzioni.

  1. FUNZIONAMENTO RUMINALE

Il vitello è un ruminante, con tutti i vantaggi e gli inconvenienti che ciò comporta. I vantaggi sono la capacità di digerire prodotti indigeribili per altre specie, come le fibre o l’urea, che in uno scenario di maggiore domanda di carne mondiale può supporre un importante vantaggio competitivo.

Gli inconvenienti, ciononostante, sono considerevoli. Gli alimenti ingeriti dal vitello sono sottoposti ad una fermentazione da parte della popolazione di microorganismi presenti nel rumine. Questi microorganismi digeriscono gli alimenti ingeriti dal vitello e li trasformano in quelli chiamati acidi grassi volatili, che saranno assorbiti direttamente attraverso la parete del rumine e si convertiranno nella principale fonte di energia del vitello. Contemporaneamente, i microorganismi si moltiplicano e sono digeriti dal vitello, costituendo una fonte molto importante di proteine, dato che hanno la particolarità di essere capaci di sintetizzare proteine a partire da fonti di azoto inorganico come l’urea.

 

Gennaio-giugno (Controllo)

Ottobre-dicembre (Optisync)

N° di animali nutriti

4378

2019

Peso medio iniziale (kg):

342,5

343,4

Peso medio finale (kg):

618,2

610,8

Aumento medio giornaliero

Gain (kg/d):

1,712

1,905

Indice di conversione

5,95

5,43

Differenza sul costo di rifornimento (€/kg PV):

 

-0,15

Tabella 1. Differenze produttive tra un gruppo di controllo e un gruppo integrato con N a lento rilascio (Alltech Inc.)

Se tale fermentazione ruminale accade in modo troppo rapido o abbondante, gli acidi grassi si accumulano nel rumine provocando una serie di problemi che colpiscono gravemente la produttività e la salute del vitello, anche fino a provocarne la morte. Tra questi problemi, i più frequenti sono l’infiammazione e la degenerazione della parete ruminale, acidosi, ascessi epatici e laminite o zoppia. L’uso di alcuni additivi come i lieviti vivi, tamponi o uree a lento rilascio aiutano a prevenire la comparsa di questi problemi. Inoltre, fornisce ai batteri ruminali una fonte continua di azoto che permette un ottimo sfruttamento della proteina e contribuisce a mantenere l’equilibrio tra le distinte specie microbiche nel rumine, riducendo la percentuale proteica della razione e il rischio di acidosi.

  1. GESTIONE LEGATA ALL’ALIMENTAZIONE

Oltre a poter apportare i nutrienti necessari perché il vitello abbia una crescita adeguata, c’è una grande quantità di fattori che si vanno a ripercuotere sullo sviluppo dell’animale. Quei dettagli di gestione che influenzano lo schema di assunzione del mangime e dell’acqua da parte dell’animale, così come la velocità di fermentazione degli alimenti nel rumine, saranno determinanti nel successo o fallimento del nutrimento dei vitelli. Fattori come le dimensioni delle particelle di mangime o i metri di mangiatoia avranno un ruolo fondamentale durante il ciclo di allevamento.

3.1 Presentazione del mangime

Uno dei punti più importanti nella gestione dell’alimentazione è la granulometria del mangime. Un esempio chiaro si può vedere nelle dimensioni della particella, dato che la fermentazione ruminale sarà più o meno rapida a seconda della sua macinatura. Di seguito, nella tabella numero due, c’è una comparazione degli indici produttivi a seconda della granulometria del mangime.

 

Macinato fine

Laminato a vapore

Umidità alta

u. alta/ SS

Schiacciato secco (SS)

intero

Peso finale, kg

587

597

614

613

625

612

CMD kg/giorno

9.3

9.3

9.5

9.8

10.3

10.5

IMG, kg/giorno

1.53

1.63

1.77

1.78

1.84

1.75

IC

6.0

5.68

5.40

5.49

5.59

6

Tabella 2 (Mc Allister et al, 2001). In casi in cui le dimensioni delle particelle sono molto fini, la fermentazione ruminale è molto rapida. Ciò provoca acidosi e un cattivo sfruttamento del mangime. Come si può osservare nella tabella precedente, se compariamo gli indici produttivi di un macinato fine di mais contro il grano intero, vediamo come l’accrescimento giornaliero è maggiore nel caso del secondo. Questo si deve al fatto che la velocità di fermentazione è minore e pertanto si verifica meno acidosi ruminale che impedisce il corretto sfruttamento degli alimenti.

Un’altra grande questione nell’alimentazione dei vitelli è la scelta della granulato vs farina dovuta al sovrapprezzo che comporta macinare il mangime. Bisogna sottolineare che la qualità della macinatura sarà di vitale importanza, essendo la responsabile di una maggiore o minore disponibilità di farina nella greppia. Eppure, il mangime, nel caso sia di buona qualità, può ridurre fino a 500 grammi l’indice di conversione. Ciò è conseguenza di un minore spreco di mangime come di una maggiore digestione dello stesso.

Di seguito, nella tabella numero 3 (IRTA, 2011) si può apprezzare come aumenta il consumo di alimenti e la crescita dell’animale, mentre l’indice di conversione diminuisce.

 

GRANULATO

FARINA

DIFFERENZA

Peso iniziale

161.1

159.6

 

Peso finale

477.4

463.6

 

Giorni esperimento

177

176.4

 

Consumo giornaliero

7.93

8.14

- 210g

Crescita al giorno

1.46

1.38

+ 80g

IC

5.15

5.65

-500 g

Tabella 3. (IRTA, 2011)

3.2 Densità degli animali

Perché il ciclo produttivo del vitello sia il più produttivo possibile, il benesere dell’animale è di vitale importanza. Nel bovino, come nelle altre specie, esiste una gerarchia marcata tra i distinti componenti del gruppo. La mancanza di spazio come conseguenza di una densità elevata favorisce situazioni di stress che vanno a discapito della produttività degli animali. Secondo gli studi pubblicati (Anderson e col, 1997) la differenza tra avere un vitello ogni 1,8 m2 o 3,1 m2 può causare perdite fino a 100g di crescita giornaliera e peggioramenti dell’indice di conversione fino al 10%.

3.3 Allattamento

Nelle aziende con bovini da latte si dà grande importanza al riposo degli animali, dato che si sono osservate differenze significative nella circolazione sanguigna del sistema digestivo dell’animale a seconda che stia sdraiato o in piedi. L’aumento della circolazione negli animali sdraiati favorisce l’assorbimento e il metabolismo dei nutrienti digeriti, di modo che gli indici di trasformazione degli alimenti e la crescita giornaliera migliorino notevolmente in animali con lettiere comode e asciutte, a confronto di gruppi di animali con lettiere sporche e umide. Alcuni studi mostrano un miglioramento fino a 130g giornalieri nella crescita e dell’11,5% nell’indice di conversione.

3.4 Necessità di acqua

I vitelli alimentati a mangime secco hanno elevata necessità di acqua pulita e fresca. Un vitello di 500kg può arrivare a bere tra 80 e 100 litri di acqua al giorno in giorni caldi. Qualunque impedimento nel bere, che sia per mancanza di acqua, scarsa portata o cattivo accesso agli abbeveratoi, causa aumenti di pressione osmotica intraruminale. Come conseguenza dell’aumento di pressione osmotica, si ha travaso d’acqua dall’organismo del vitello all’interno del rumine. Durante questo processo la parete ruminale viene compromessa, diminuendo la capacità di assorbimento dei nutrienti, e si producono piccole lesioni per cui i microbi del rumine possono migrare fino al fegato producendo ascessi.

Fotografia 1. La posizione degli abbeveratoi, insieme alla loro pulizia, si ripercuote sullo sviluppo dell’animale. Il posizionamento degli abbeveratoi deve essere fatto in modo che l’animale possa avere capacità di uscita come nella fotografia.

Le raccomandazioni attuali nel capitolo dell’acqua indicano un minimo di 5cm lineali di abbeveratoio per animale e che un 10% degli animali possa avere accesso agli abbeveratoi contemporaneamente. Anche il posizionamento di questi nel recinto è importante, bisogna evitare di situarli in angoli dove gli animali non dominanti possano trovarsi intrappolati da animali più dominanti.

3.5 Spazio di mangiatoia

Lo spazio di mangiatoria sarà uno dei parametri che sono più legati agli indici produttivi degli animali. Tale spazio, così come un accesso confortevole, determina che l’animale possa andare a mangiare varie volte e in modo più graduale, diminuendo il rischio di patologie digestive. Ingrand (S. Ingrand, 2000), descrive come il comportamento di assunzione varia notevolmente a seconda dello spazio di mangiatoia a disposizione dell’animale. L’accesso ristretto alla mangiatoia aumenta notevolmente la velocità di assunzione degli alimenti, che si relaziona direttamente con il pH ruminale, ossia con il rischio di soffrire di acidosi. Sauvant y col, 1999, rivelano che quando l’animale può mangiare in modo corretto, il pH del rumine può mantenersi intorno a 6,5 (pH stabile), mentre nei casi in cui la velocità di assunzione è elevata, il parametro può diminuire fino a 5, provocando un elevato rischio di acidosi.

Fotografia 2. È importante una sistemazione adeguata della mangiatoia per evitare sprechi esagerati di mangime.

  1. CONCLUSIONI

  • Il sistema di nutrimento tipico Spagnolo, molto simile a quello che si sta sviluppando in Itlaia negli ultimi anni, a base di concentrato e foraggio a libera disposizione aumenta molto il rischio della comparsa di problemi digestivi nei vitelli da ingrasso.
  • Esiste una interazione chiara tra la gestione e l’alimentazione dei vitelli.
  • Lo stesso mangime può dare risultati molto buoni in un allevamento e altri medi o pessimi in altri. Fattori come le dimensioni di macinatura, la densità o lo spazio per animale, la disponibilità di una lettiera pulita e secca, un apporto adeguato di acqua fresca e abbondante o un buon accesso a mangime e foraggio risultano cruciali per ottenere un buon rendimento dagli animali.

Articolo di Josep Roquet e Eduard Castanyer, Equipe tecnica Alltech Spagna, per il bollettino Raza Retinta.

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